Compagni di Merende

Peribusi Geom PierDuilio, COO e tuttofare

Morsom

12/6/20244 min read

red rose with green leaves
red rose with green leaves

Il General Manager & COO della Mambrini &CO, il Gran Figl. di Putt, Lup. Mannar. Peribusi geom Pierduilio è molto più di un braccio destro: è il compagno fidato di mille avventure del leggendario Mambro Senior. Con un’energia inesauribile e una dedizione fuori dal comune, questo tuteniere d’acciaio rappresenta il vero motore operativo dell’azienda. Una figura fondamentale che incarna lo spirito e la resilienza della Mambrini & CO.

La giornata tipo del genio-e-sregolatezza comincia da sempre all’alba. L’ordine sarebbe di essere svegliato da una delle due domestiche di casa Peribusi, con caffè e cornetto, ma sono state esentate tutte e due dopo che hanno esibito vistosi ematomi sulle natiche, chiaramente frutto di poco cortesi pizzicotti del nostro, già arzillo di prima mattina. Per cui Il gran. Figl. Di Putt si sveglia con l’inno della X mas a tutto volume, cosa che lo mette di ottimo umore fin dal mattino. Che poi non si sa neanche perché, lui non ha fatto il militare grazie alle immanicature del padre. Alle otto, comunque, cascasse il mondo Peribusi è in ufficio a leggere il giornale coi piedi sul tavolo e li rimane fino alla una, intervallando la pagina dello sport e quella degli spettacoli con occasionali palpate alla segretaria o alla ragazzetta del caso. Alla una, ci mancherebbe altro, si pranza. E non poca roba, che gli uomini, quelli veri, hanno appetiti robusti. Dopo, ovviamente, pennica e alla fine del pomeriggio una bella riunione quando per gli altri l’orario di lavoro sarebbe già finito: sembrano sempre tutti dei morti in piedi e si beccano regolarmente quattro bestemmie. La giornata finisce con cene e baccanali spacciati per riunioni fino a tardi, che tanto la moglie è contenta di non vederlo spesso.

A rompere la noia viaggi meravigliosi insieme al grande capo, come quella volta che, in trasferta a Marsiglia e annoiati dalle riunioni con il cliente, chiesero di essere portati a puttanoni e il taxista, non capendo l’italiano, li lasciò, ubriachi, nella piazza della chiesa di Tutt au Non, ridente paesino di 150 anime (senza taxi) in cima alle alpi marittime.

Furono recuperati solo due giorni da una Ombretta Mambrini visibilmente incazzata.

Ma ora, purtroppo, i tempi sono cambiati e Peribusi non è contento. Ieri il direttore del personale gli ha fatto tutto un discorso che lo ha fatto arrivare tardi per pranzo e ivi di seguito riportato.

“Adesso mi spiegate il perché di questa riunione, non ho tutto il giorno per parlare di “talenti” come li chiamate voi. Si chiamano persone. Mi rendo conto che voi delle risorse umane ci campate su queste cagate ma io lavoro sul serio, non ho tempo da buttare via, e con le persone ci parlo tutti i giorni, la fabbrica la conosco come le mie tasche”

“Ah, davvero? Anche io ho cominciato in fabbrica”

“Ma no, cosa dice, io in fabbrica non ci ho mai lavorato. Sempre stato un venditore di grandissimo talento, uno che la gente la capisce. E non perdo occasione per mischiarmi alla gente comune e capire cosa pensa. E’ per questo che sono così benvoluto. Vivo con loro, scherzo, vado anche a mangiare in mensa con loro e mi vogliono bene”

“Capisco. Comunque, mi dispiace averla disturbata ma qui abbiamo delle segnalazioni di cui volevo parlarle”

“Ottima la delazione dei cattivi comportamenti: ma ho fatto chiaro a tutti che mi aspetto che le segnalazioni vengano fatte direttamente a me. Qui siamo una famiglia, e in una famiglia ci vuole fiducia. Del resto è il mio mantra ed è quello che fa di me uno dei più amati in azienda. Io sono il capo di questa famiglia e ci tengo molto. Una bella famiglia, se mi permette, visto che non ho ricevuto alcuna lagnanza da quando il sistema è stato istituito”

“Lei non ha ricevuto segnalazioni? Ma mica devono farle a lei, c’è il sistema anonimo...”

“Un padre di famiglia è sempre responsabile di come sta la sua famiglia, tocca al capofamiglia! Lo devono dire a me se c’è qualcuno che si comporta male, lo sanno e si fidano, perché mi vogliono bene. Ha ricevuto molestie? Me lo dica subito che faccio passare un brutto quarto d’ora al cretino che si è permesso”

“No, io sono a posto, grazie. Piuttosto lei...”

“Ma sta scherzando? Ma mi ha visto? Se faccio la corte a qualche ragazza quella è contenta, sono un bell’uomo di successo, me lo dice sempre la mia segretaria. E non piaccio solo alle donne, piaccio anche al custode, e ho detto tutto”

“Appunto. Ha presente quando saluta il custode dicendogli ‘ciao, frocione’? Ecco, l’hanno segnalata in dieci. Ho anche un video. Quello è un insulto sessista e non si fa. E sa quando dice alle stagiste – l’hanno sentita in molti – ‘ qui per far carriera la dovete dare a me’? Quella è una molestia. Poi deve smettere di dire alla receptionist di farle vedere le tette, non fa ridere: la signora è un’assunzione obbligatoria con dei seri problemi mentali, non è una bella cosa prenderla in giro. Anche perché quella tira su la maglia per davvero”

“E lei me le chiama molestie! Andiamo! Le ragazze sono tutte contente di ridere con me! Arrivano sempre tutte in gruppo! E se la receptionist è contenta di far vedere le tette non tocca a lei giudicare. Dia retta a me, è un’ottima cosa per il morale. Ma grazie per avermi avvertito, è evidente che qui vogliono farmi le scarpe e si sono messi d’accordo per mettermi in cattiva luce. Sarà quella cessa del direttore Marketing, al giorno d’oggi non si può neanche scherzare che subito è molestia. E certo, vengono con le gonne giropassera e uno dovrebbe star zitto... ma vedranno!”

Peribusi se ne è andato incavolato come una bestia, ben deciso a far valere le sue ragioni con Mambrini Figlio: oggi però è lì che pensa che il mondo è proprio cambiato ed è in mano alle mammolette. E ritira su i piedi sul tavolo stirando il giornale e scuotendo la testa.