Quanto mi costi

Intervento del CFO al board della Mambrini &CO

12/9/20244 min read

Signori buongiorno e benvenuti. Vi ringrazio per avermi finalmente concesso una mezz’ora del vostro tempo. E’ stato difficile trovare un momento che andasse bene a tutti membri del consiglio di amministrazione anche perché alcuni di voi mi hanno fatto sapere che ritengono questa riunione una clamorosa perdita di tempo. Cercherò di essere breve.

Sono qui per ridiscutere con voi la cessione del nostro marchio più importante ad un fondo cinese. Cessione che voi avete deciso di bocciare all’unanimità per aspettare offerte più congrue da parte di acquirenti più blasonati; perdonatemi se mi permetto di insistere e riproporvi l’idea. Ho dato per scontato che che voi aveste considerato le stesse cifre e informazioni che ho considerato io. Forse ho sbagliato. Lasciate che vi spieghi in maggior dettaglio le ragioni che mi spingono a rubarvi di nuovo del tempo.

Il nostro prodotto di punta, quello che ci paga gli stipendi e le ferie sta perdendo mercato. La spazzola per i panni Marcella, quella che ti fa la giacchetta bella, ha disatteso le nostre aspettative.

Signori, mi rendo conto che siate stupiti: siccome abbiamo avuto un aumento del fatturato del 20% avete comunque ottenuto un cospicuo bonus e le congratulazioni del chairman. Ma volendo fare le pulci ai conti, bisogna dire che il prezzo al consumo di Marcella è aumentato del 25% quest’anno. Dal che comprendiamo, e potete chiedere conferma al nostro controller, che le nostre vendite hanno purtroppo subito una perdita del 5%. Sì, vicepresidente, sono sicuro. E sì, presidente, sono informazioni disponibili a tutti in questa stanza, erano scritte nella lettera che accompagnava il bonus.

No, direttore, non mi aspetto che nel prossimo periodo si possa vedere un’inversione di tendenza: il vice presidente marketing avrà forse notato le recensioni velenose che affliggono il nostro sito e-commerce e il responsabile PR si ricorderà che ha dovuto reagire al titolo comparso su un giornale nazionale che ci accusava di speculare sull’inflazione. Sì, signori, non siamo gli unici ad aver aumentato i prezzi: ma se l’anno scorso siamo passati “solo” da tre a quattro euro a scaffale, vi ricordo che Marcella, per quanto faccia la giacchetta bella, è una spazzola di plastica con le setole di nylon che solo quattro anni fa costava 50 centesimi.

Ingegnere, non mi deve spiegare nulla: so bene che all’inizio dell’anno abbiamo sofferto per l’aumento di prezzo dei petrolchimici ed il nostro guadagno ha subito una flessione importante dal 70% al 50%, che sono quei bei 30 centesimi al pezzo in meno su 2 euro e 80 centesimi di guadagno netto per ogni pezzo e quindi abbiamo anche pensato ad aumentare di nuovo il prezzo per riportare il margine al livello di prima. Ma le ricordo che il nostro Controller ci ha già più volte distintamente raccomandato di non pensare di poter far pagare – cito - “una spazzola di merda come un profumo di Hermes”. Aggiungo che ci sono state segnalate parecchie iniziative di boicottaggio che forse vi sono arrivate all’orecchio. O forse avete visto la scritta qui fuori “Marcella vuoi anche le budella” scritta da una mano anonima. Tutte cose che bene non fanno alla nostra imagine e alle vendite. Non si arrabbi presidente, lo so che lei non passa qui davanti perché la sua villa è dall’altra parte e comunque quando è in macchina legge perché ha l’autista. Ma la scritta si vede anche da qui.

Comunque il problema di un ulteriore aumento di prezzo non si pone. L’intenzione era di farlo di una innovazione il cui concetto era stato testato con il consumatore: peccato che il nostro responsabile Ricerca e Innovazione, cui avevamo chiesto di rilavorare Marcella così da abbassare i costi dei materiali a fronte di una rimozione della forfora aumentata almeno del 50%, magari lavorando a monte e riducendo la produzione della forfora stessa a livello del cuoio capelluto, ci ha comunicato che prenderà i 120 giorni di ferie che ha a disposizione “piuttosto che sentirsi dire certe cazzate”, per cui non potremo fare leva sulla superiorità del prodotto. Prima che mi accusiate di avere concesso delle ferie insensate in un momento difficile, vi ricordo che gliele abbiamo concesse perché questo ci ha permesso di mostrare una diminuzione dei costi di gestione al nostro chairman durante la sua ultima visita.

E vero, come ha riportato il vice presidente Marketing durante quella stessa visita, che dopo l’articolo che ci prendeva come esempio di esagerato aumento di prezzo, il web è pieno di meme che ci riguardano e che l’exposure è assicurata e gratis. Mi sento di puntualizzare, però, che si va da “Marcella, leggi il prezzo e vai in barella” a “Marcella quella vacca” che non fa rima ma fa capire che non siamo davanti ad una exposure positiva. No, dottoressa, non credo che in questo caso sia appropriato dire “basta che se ne parli”.

In questa chart vedete il grafico vendite, penosamente rivolto al basso. Non vi tragga in inganno questa piccola ripresa a luglio: purtroppo è dovuta alla challenge lanciata di una nota influencer che ha raccolto, grazie alla sua fanzine, ottantamila Marcelle, tra nuove ed usate, e con esse ha scritto “marcella merda” sul fianco del monte. Potete rendervi conto dell’effetto finale ottenuto visionando il filmato del maxi concerto di ferragosto in cui a più riprese il pubblico ha urlato appunto “marcella merda” quando la scritta era visible sui maxischermi. Hanno smesso solo perché il nome è ancora abbastanza diffuso nella popolazione e un paio di signore si sono lamentate parecchio.

La discesa è implacabile e continua. Comprendo che voi non guardiate la televisione e che non frequientate queste festacce di poveracci, che non vi curiate delle scritte sui muri e che non abbiate dato troppo peso agli articoli contro di noi. Ma il grafico non mente. Prevediamo che Marcella smetterà di far belle le giacchette entro il prossimo anno.

Ora, durante le ultime riunioni con le nostre banche di riferimento ci è stato fatto chiaro che il nostro outlook fa pena e ci hanno consigliato di mettere il marchio sul mercato: tutti i possibili acquirenti ci hanno letteralmente riso in faccia. L’unico che ha fatto un’offerta è questo fondo cinese che non si è reso conto dei problemi, diciamo così, di immagine della nostra povera spazzola. E’ un colpo di fortuna e bisogna approfittarne subito. Infatti i cinesi sono stati tratti in inganno dal fatto che “merda” nel loro dialetto significa dolce o qualche cosa del genere. Insomma bisogna finalizzare prima che si rendano conto che ci stanno correndo tutti dietro coi bastoni e non invece, come credono loro, che Marcella sia una icona della cultura italiana che viene perfino inneggiata ai concerti.

Allora? Che faccio? Vendo? Alziamo le mani… venduta ai cinesi. La seduta è tolta. Grazie, ci vediamo al golf. Ah, è inutile che usciate dal retro per evitare la rivolta degli operai che c’è qua fuori. Ormai ci hanno circondato e stanno buttando giù la porta.