Umilmente ma non troppo

“Scusi dottore, s’immagini dottore, certamente dottore”.

Morsom

11/19/20243 min read

“Scusi dottore, s’immagini dottore, certamente dottore”. Il ragionier Scagnozzo esce a culo indietro dall’ufficio del capo supremo, piegato leggermente in avanti in un mezzo inchino quasi a significare che non ci metterebbe molto a mettersi a novanta se solo il dottore volesse. Sul suo volto i connotati del servo, l’occhio leggermente annacquato del cane commosso in presenza del padrone, il sorriso appena accennato – mai che il capo pensi che si diverta.

Così fino a che la porta che si sta tirando dietro non si chiude. Poi Scagnozzo si trasforma contro il pannello di compensato che neanche Clark Kent nella cabina. Diventa più alto, si impettisce, l’occhietto diventa duro e meschino. Adesso non sorride: ghigna.

Non tratta male la segretaria, con la quale condivide il diritto a varcar la santa porta dell’ufficio magno, Sulla soglia lei gli dice “Ragioniere, si è ricordato di prenotare la macchina per gli ospiti del dottore?” Scagnozzo si gira e il sorriso si allarga ai canini e al premolare “Non è la segretaria che di solito si occupa di prenotare le auto e i soggiorni degli ospiti?”.

Anche la segretaria allarga il sorriso, portandosi a livelli di tensione impensabili per la pelle di un comune mortale “Ma come lei mi ha fatto notare qualche giorno fa, le direttive relative a come trattare gli ospiti io le devo ricevere da lei, che sempre sa meglio di me chi va coccolato e chi invece va solo gestito”. Scagnozzo sa che sta pagando lo sgarro di lunedì, quando a fronte di un cazziatone del padrone non si è treattenuto dallo sfogarsi tangenzialmente sulla segretaria.

Scagnozzo esce masticando epiteti saporiti lanciati sottovoce all’indirizzo della Luisella. Luisella lo guarda andare via ben sapendo che la sua moralità viene messa più o meno silenziosamente in discussione e non se ne cruccia, anzi. Fuori, il resto degli uffici scuote la testa come in una coreografia di Bollywood: sono trent’anni che questi due si contendono lo scettro di primo servitore del trono, una guerra che ha fatto più casualties dei droni americani.

Della Luisella non val la pena parlare: segretaria classica, ultracinquantenne sovrappeso invecchiata malissimo con la decolletté marrone a tacco largo sformata e blusa nera con fiorellini purpurei 100% acetato che la fa odorare di nonna sudata anche a marzo, tutti sanno che detiene lo ius primis cioccolatino nelle celebrazioni e che le spettano fiori al compleanno e alla festa della donna. Easypeasy, si gestisce a mazzette. Scagnozzo, invece, sì che è interessante: entrato in azienda come capomagazziniere, ha scalato le gerarchie aziendali a colpi di favori ben piazzati e operazioni di leccaculismo estremo, alcune delle quali entrate nella leggenda.

Umiliazioni e sopportazioni oltre il limite della decenza lo hanno reso cattivo e imprevedibile. Non sopporta chi riesce a stare lontano dalla merda che lui invece spala. E’ servo della sua stessa ambizione, drogato di aumenti di stipendio che affondano le radici nel servilismo più bieco. Ancora si narra di certi suoi esploit giovanili, come quando salvò in extremis il Mambro senior, che, riunito in consesso carnale contro natura al Motel “due fontane” stava per essere scoperto dalla moglie (lei gliel’aveva giurata, ’ancora una volta e ti rovino’). Alla fine la signora Ombretta trovò a letto col tranvone lo stesso ragioniere, mentre il Mambro senior rimaneva nascosto (a lei ma non al mondo) in balcone a mostrare il piffero alle nutrie ed ai passanti. La signora Ombretta, scandalizzata, non volle più che Scagnozzo varcasse la soglia della villa di famiglia, ma la salvezza del padrone, per il cane fedele, vale anche una visita proctologica non preventivata e la scomunica da parte della santa Ombretta. Solo che son cose che segnano.

Il popolino lo chiama il Chihuahua, poiché è facile all’isterismo e abbaia a chiunque ordini inattuabili tremando e sbavando anche un po’. In occasione della prima visita pastorale del responsabile regionale della ACME plastics, che ha inglobato Mambrini, Scagnozzo aveva istituito la ‘messa’ mattutina aziendale: tutte le mattine alle 8 e 30 una riunione di un’ora con i responsabili dei vari dipartimenti, invito alla riunione non inoltrabile e riunione non evitabile. Tutte le mattine per un mese i capi servizio erano stati obbligati ad ascoltare le lamentele, i rimbrotti e le richieste assurde di Scagnozzo. Tutte le sante mattine mentre uno di loro modificava a schermo una delle chart da produrre per il discorso del Mambro, tutti gli altri rimanevano immobili pena la vergine di ferro. Tutte le mattine, con un invito passivo aggressivo che faceva leva sulla necessità di essere tutti allineati su come presentare l’azienda, pena il fallimento della visita pastorale e la perdita di posti di lavoro. Alla fine la visita pastorale non era stata fatta e le ‘messe’ si erano interrotte. Ma Scagnozzo aveva trovato un altro modo di infierire.

E adesso, mentre esce dall’ufficio della Luisella tutti scuotono il capino, ma solo fino a che lui non vede, solo fino a che non passa in ispezione tutto il piano impiegati mentre rientra nel suo loculo in cui tiene anche una brandina per tutte le evenienze. Sia chiaro, mai ha dormito in ufficio, anzi, lui quando il padrone non c’è se ne va alle cinque. Solo quando c'è rimane fino alle otto e si fa offrire la cena che così risparmia anche.